legno massello e massiccio

Conosciamo il legno

Il legno è un materiale vivo, con caratteristiche che possono variare a seconda della specie d’origine, dell’età dell’albero e del modo in cui viene tagliato. Rinnovabilità ed ecosostenibilità lo rendono protagonista sia nel campo del Bio Arredo che della Bio Edilizia.

Indice

Durame e alburno

Durame: il cuore dell’albero

È la parte interna del tronco: più resistente rispetto al resto della pianta, il tipico colore scuro è dovuto a tannini e resine che hanno il compito di preservarlo. Fanno eccezione quelli che vengono chiamati alberi a durame indifferenziato, come l’abete, dove la variazione di colore tra interno ed esterno non è così marcata.

Il durame si può considerare lo scheletro dell’albero, che ha perso la funzione di trasportare sostanze nutritive, e contiene una percentuale minore di liquidi e zuccheri. Composto da cellule che hanno ormai terminato il loro ciclo vitale, ha comunque l’importante funzione di sostenere il resto della pianta.

Alburno: la parte giovane del tronco sotto la corteccia

È la parte esterna dell’albero, che trasporta ancora la linfa e le sostanze nutritive. Dopo che il tronco passa la fase di stagionatura, non ci sono differenze meccaniche sostanziali tra alburno e durame, tuttavia la qualità più zuccherina del legno lo rende maggiormente sensibile alle aggressioni di funghi e insetti xilofagi.

Massello e massiccio, definizione e differenze

Legno massello (solo durame)

Per ottenere una tavola in massello è necessario tagliare il tronco separando il durame e l’alburno, che verrà destinato ad altri usi. I mobili in massello, adoperano quanto più possibile pezzi di legno singoli: così ad esempio il bordo di un letto potrebbe essere realizzato adoperando quattro tavole a sé stanti, una per lato. Nel caso in cui si voglia uno spessore maggiore rispetto alla tavola originaria, i pezzi verranno
sovrapposti.

Legno massiccio (durame e alburno)

Molto spesso accade che si crei confusione tra legno massiccio e massello: le tavole di legno massiccio sono realizzate prendendo anche gli anelli più esterni del tronco, ovvero l’alburno. Nei casi di durame indifferenziato, distinguere tra massello e massiccio è pressoché impossibile per un profano.

Non per tutte le essenze sono disponibili sia massiccio che massello: in alcuni casi l’alburno è troppo morbido per essere destinato alla realizzazione di mobili, in altri casi (specie a durame accresciuto) la parte esterna è molto sottile e viene tagliata via in fase di lavorazione.

Le differenze

Le definizioni di massiccio e massello indicano due prodotti simili ma non equivalenti. Il legno massiccio (durame e alburno) è mediamente più variegato ed essendo costituito da un intero tronco è più facile trovare tagli più grandi sul mercato. Le tavole di massello (solo durame) invece prendono solo la parte più interna e scura dell’albero, e avranno dimensioni più ridotte. Si tratta comunque di tavole uniche, a differenza del lamellare: quest’ultimo termine infatti indica tavole che hanno come componenti sezioni di legno di piccole dimensioni unite tramite colle.

Massello o Massiccio: quale scegliere?

I due prodotti a confronto

I mobili in legno massello o massiccio sono entrambi prodotti di qualità, ma l’effetto finale è abbastanza differente. I prodotti in massello sono più uniformi, per quanto non manchino, a seconda del tipo di legno adoperato, quelle venature e quei nodi che rendono unica ogni singola tavola.

I mobili in massiccio giocano su variazioni di colore preponderanti, che nelle mani di un artigiano esperto esaltano la mutevolezza del legno. Le differenze di tonalità tra alburno e durame vengono adoperate per creare effetti visivi a specchio nella disposizione delle tavole, o altri giochi cromatici gradevoli per l’occhio.

Il durame è più pregiato rispetto all’alburno, ma non bisogna cadere nell’inganno di credere che un mobile in legno massiccio abbia un valore minore rispetto a uno in massello. Questo paragone ha senso esclusivamente nel caso in cui si mettano a confronto pannelli provenienti dallo stesso tipo di albero, con tronchi di età più o meno equivalente. È possibile insomma che una tavola in legno massiccio, ad esempio in ciliegio, abbia un valore maggiore rispetto a una in massello di pino, grazie all’alta velocità di crescita di quest’ultima specie.

Stagionatura del legno

Naturale, nei forni, a vapore

La stagionatura naturale è quella che si ottiene quando le tavole tagliate vengono sistemate in un luogo al riparo dalle intemperie e lasciate ad asciugare.

Questo tipo di stagionatura può avvenire soltanto quando il periodo dell’anno ed il clima lo consentono. Il processo può essere accelerato utilizzando degli appositi forni ma, oltre a comportare un maggior consumo di risorse, si tratta di una tecnica che rischia, a seconda del tipo di albero, di danneggiare il legno.

Un altro tipo di stagionatura del legno è quella a vapore, comporta sì un più alto uso di energia, ma ha anche notevoli vantaggi. Ammorbidendo il legno infatti lo rende più facile da curvare, e inoltre rende la struttura dei nodi più stabile, permettendo di recuperare tronchi molto nodosi che andrebbero considerati materiale di scarto. Il legno stagionato a vapore risulta anche in genere più scuro e uniforme.

Perché la stagionatura è così importante? Il legname appena tagliato è molto diverso da quello a cui siamo abituati: contiene sino a tre quarti d’acqua e non può essere adoperato per la realizzazione di mobili, perché nel corso del tempo si riduce notevolmente di volume.

Le proprietà delle essenze ecologiche più diffuse

Abete

È un legno chiaro, morbido e leggero. Il colore oscilla dal biancastro al marroncino chiaro. Presenta moltissimi nodi che gli danno un aspetto rustico. Non c’è differenza tra durame e alburno. Particolarmente pregiata la varietà proveniente dalla Val di Fiemme.

Acero

Il legno dell’acero è uno tra i più resistenti ed è utilizzato molto anche per la pavimentazione. Il colore varia dal bianco al rosa pallido e può avere venature più o meno accese, a seconda della specie.

Castagno

Legno mediamente duro, durame accresciuto. Il tono è nocciola, un po’ più chiaro e con venature simili a quelle della quercia che fa parte della stessa famiglia. Le tavole vengono tagliate in genere perché le venature vadano a creare il tipico disegno a specchio.

Cedro

Tra le varie specie la più famosa è quella del Libano. I nodi e le venature diritte sono appena leggermente più scuri rispetto al colore ambrato del resto legno. L’alburno è molto chiaro e crea un piacevole gioco di colori nelle tavole di legno massiccio.

Ciliegio

Il tipico rosso ciliegio si ottiene dopo che il legno è scurito leggermente, mentre in origine è più marrone rosato. Fa parte dei legni duri, e il durame è molto spesso rispetto all’alburno. Presenta nodi scuri e venature diritte.

Cirmolo

Legno dolce, tipico delle Dolomiti. Colore paglierino con venature evidenti ma leggere, nodi scuri color marrone chiaro. Emana un piacevole profumo di resina che sembra avere degli effetti benefici.

Faggio

Legno duro, colore uniforme. I tronchi più giovani hanno un colore più tendente al giallo, mentre quelli d’alto fusto, che possono avere anche un secolo, assumono una tonalità più rosata. Lavorato a vapore si presta agilmente alla curvatura.

Frassino

Legno duro e resistente, a durame indifferenziato. Presenta venature distinte dal disegno delicato. Il legno può essere quasi bianco o più tendente al nocciola rosato. Con la prima mano d’olio più diventare più scuro in alcuni punti. Passare l’olio periodicamente serve a mantenere il colore.

Larice

Legno dolce a durame accresciuto. Ha un colore chiaro, dal nocciola rosato al bianco ocra, che fa spiccare i nodi più scuri e le venature marroni degli anelli di accrescimento. Come molte altre conifere è adatto a mobili rustici o in arte povera.

Noce

Il noce è un legno scuro, di un colore marrone intenso con venature ondulate che possono creare disegni a fiamma e sono particolarmente apprezzate per la realizzazione di mobili di pregio. La variante americana ha l’alburno più sottile rispetto a quella europea un colore del durame più scuro, talora con striature violacee.

Okumé

Il legno è molto leggero, quasi la metà, ad esempio, del Rovere. Il colore è uniforme tra durame e alburno. La fibratura mostra delle lineette più scure, corte e sottili. Come tono si può paragonare al mogano (essenza a rischio) o al faggio. Tendenzialmente rosa crema, diventa un po’ più scuro dopo qualche tempo.

Pino

Come l’abete fa parte della famiglia delle conifere, ed è entrato di prepotenza nelle nostre case con la diffusione dell’arredo scandinavo. Il colore chiaro dell’alburno crea un forte contrasto con i nodi, gli anelli ed il cuore rossiccio del durame.

Rovere

Il legno di quercia (o rovere) ha un colore tra il rosso ed il nocciola. Le venature creano disegni caratteristici. Si tratta di un’essenza molto usata per realizzare mobili di pregio. Gli esemplari di rovere più nodosi possono essere utilizzati dopo il processo di evaporazione, ma assumono una colorazione più scura.