Vernici acriliche e vernici acqua

Non tutte le vernici sono uguali!

Indice

Un’introduzione sulle vernici

Vernici acriliche, a base d’acqua, a base solvente

Vernici all’acqua o vernici acriliche, quali scegliere per tinteggiare la nostra casa? A una domanda del genere, inconsciamente molti di noi sarebbero sicuramente più propensi a scegliere le prime, quasi certi di avere a che fare con un prodotto naturale. Ecco, le due definizioni spesso vengono usate come sinonimi intercambiabili ed è facile capire dalla definizione di acriliche, c’è il rischio che la nostra scelta abbia poco a che fare con qualcosa di naturale.

I due termini non sono sinonimi. L’acqua rappresenta solo la base con la quale vengono miscelati altri elementi, che possono essere altrettanto naturali o sintetici. Al contrario nelle vernici a base solvente, la base utilizzata il più delle volte è petrolio bianco o acqua ragia, quindi di naturale hanno ben poco. Fino a qualche tempo fa, ed è probabile trovare ancora qualcosa del genere in alcune case più vecchie, nelle vernici era possibile addirittura trovare metalli pesanti, come piombo o cadmio, utilizzati per la realizzazione dei pigmenti.

Con il termine acrilico si indica una resina acrilica, un prodotto sintetico derivato dal petrolio, che si può trovare sia in soluzione acquosa, sia in una vernice a base solvente.

Il mercato quindi, in questo caso, rischia di rivelarsi poco trasparente, anzi è facile che tra la confusione si celino volutamente dei prodotti ingannevoli. Soluzioni salutari, al 100% prive di prodotti sintetici, se ne possono trovare diverse, sinonimo che la consapevolezza della necessità di alternative migliori è ben radicata. Però al momento dell’acquisto, spesso è difficile riuscire a determinare quali vernici abbiano all’interno elementi pericolosi o meno. Bisognerebbe ogni volta valutare la scheda tecnica del prodotto, ma non è sempre possibile e anche le legislazioni, involontariamente, tendono a favorire questa mancanza di trasparenza per l’utente finale.

Probabilmente con un’analisi più accurata di quali sono i prodotti utilizzati nelle vernici acriliche e quali possono essere i loro effetti sulla nostra salute, la prossima volta che dovremo scegliere che prodotto utilizzare in casa, cercheremo di stare più attenti.

Le vernici acriliche e i COV

Il pericolo dei composti organici volatili

Le vernici acriliche, sono largamente diffuse per la decorazione interna delle case, così come la versione di smalto è per i mobili. Il termine acrilico deriva proprio dall’acrilonitrile, il monomero che costituisce più dell’85% di questo materiale sintetico derivato dal petrolio.

Il motivo per il quale sono così diffuse è che hanno caratteristiche tecniche decisamente buone, ad esempio sono resistenti, asciugano molto velocemente e sono anche adatte per essere applicate su materiali lisci come la plastica. Sono inoltre facili da utilizzare e la loro composizione ci permette di pulire gli utensili sporchi semplicemente con l’acqua. Ma soprattutto sono inodori e emettono una quantità bassa di COV, composti organici volatili.

Ecco le principali ragioni per le quali sono tollerate: è scritto sulle etichette che i COV emessi sono a livelli bassi e la loro caratteristica inodore non fa insospettire gli ignari utilizzatori, ma ci sono!

Che cosa sono i COV lo abbiamo esplicitato bene in questo articolo, ma per riassumere si tratta di composti organici rilasciati dai materiali durante e dopo il loro utilizzo. Alcuni di questi hanno origine naturale, mentre altri derivano da processi artificiali di materie prime come il petrolio. Possono causare malesseri passeggeri, ma anche essere cancerogeni nel lungo periodo, ad esempio la formaldeide, molto utilizzata come disinfettante nelle soluzioni acquose per uso domestico, tra le quali vernici e smalti.

I COV emessi dalle vernici acriliche possono essere inalati, assorbiti per contatto con le superfici o ingeriti. Quest’ultima modalità è particolarmente critica per i bambini, che sono soliti mettere in bocca giochini e oggetti che gli vengono a portata. In questo caso alcuni metalli pesanti utilizzati per la realizzazione di pigmenti, come piombo e cromo, si accumulano nel sangue e vanno ad intaccare il sistema immunitario. 

La composizione delle vernici acriliche e la legislazione attuale

Non è il singolo pezzo d’arredamento a fare la differenza

Per evitare l’accumulo di COV negli ambienti chiusi, il Ministero della Salute consiglia di ventilare le stanze e, in accordo con le direttive europee, ha emesso leggi che regolano il livello di queste emissioni. Nello specifico si tratta dei COV nelle vernici nel decreto n. 161 del 2006 e nella normativa Ecopaint dell’1 gennaio 2010.

Purtroppo queste normative non bastano da sole a risolvere il problema perché si riferiscono sempre e solo ad un prodotto specifico. All’interno di una casa le fonti di emissione si vanno a sommare, dalle vernici ai pannelli in fibre legnose, superando facilmente i limiti imposti. L’unica soluzione reale è quella di affidarsi a prodotti al 100% naturali, siano essi vernici all’acqua o vernici all’olio, come quelle prodotte dalla Solas, che ormai sono in grado di eguagliare le prestazioni dei sintetici, con un bel guadagno per la salute, di produttori, consumatori e ambiente, oltre che per la traspirabilità dei muri come del mobilio. All’interno del catalogo Solas c’è anche una linea specifica chiamata Ecocryl che fornisce prestazioni simili a quelle dell’acrilico tradizionale con una formula realizzata al 97% di sostanze naturali.

Ma che cosa c’è realmente all’interno delle vernici acriliche oltre all’acqua? I pigmenti, che in passato contenevano alcuni metalli pesanti ora proibiti per legge come il piombo, sono mischiati con una resina acrilica. Ma non basta, infatti per rendere prestante la vernice, vi vengono aggiunti dei co-solventi, con isoparaffine o sostanze aromatiche, emulsionanti come l’ammoniaca, e conservanti come la suddetta formaldeide, senza dimenticare svariati coloranti. 

Senza voler scendere troppo nel dettaglio di reazioni chimiche incomprensibili, sarebbe bene essere almeno informati che alcuni di questi componenti possono reagire con l’acqua e dar vita a sostanze cancerogene.

In questo studio della regione Toscana si evince come nelle scuole locali l’inquinamento indoor sia superiore di 6-8 volte a quello esterno e considerando che passiamo la maggior parte del nostro tempo in un edificio, questo dovrebbe preoccuparci non poco.   

Vernici al solvente

Da utilizzare solo per esterni

Prodotti che invece sono riconosciuti più facilmente come tossici e non ecologici sono le vernici e gli smalti a base solvente. Sarà probabilmente il loro odore pungente che accende subito in noi il sospetto che queste possano essere dannose.

Vengono utilizzate principalmente per l’esterno, dove l’alto livello di COV può disperdersi più facilmente. L’utilizzo di una base che può essere ad esempio l’ammoniaca. Da una parte le fa essere più prestanti per ambienti dove gli sbalzi di temperatura e umidità sono frequenti, dall’altra richiede più tempo per asciugarsi e richiede l’utilizzo di un altro solvente per pulire gli attrezzi. Durante l’applicazione di queste vernici si raccomanda accuratezza e l’utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale) necessari.